Come vivere per non ammalarsi?
In molte culture moderne “l’arte di trasformare i veleni del corpo, mente e spirito con la sua magia” è andata perduta, in quanto si è attribuito alla scienza il potere esclusivo di “salvarci”. Nonostante gli indiscussi progressi della comunità scientifica mondiale, continuano ad esistere malattie che rappresentano una sfida alla comprensione dei medici. Ciò è dovuto dal fatto che la medicina moderna è di carattere sintomatico, ovvero si limita solo all’osservazione superficiale del sintomo senza andare ad indagare le cause connesse ad esso. Il metodo sintomatico reprime dunque il sintomo.
Mentre invece il metodo olistico cura le cause connesse al sintomo che sono il vero nucleo della malattia
“La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano.”
Aldous Huxley
“Sembra che la natura sia in grado di darci solo malattie piuttosto brevi – la medicina ha inventato l’arte di prolungarle.”
Proust
In aggiunta, sebbene l’andare dal medico per obbligo stia diventando sempre più ricorrente, il dibattito sulla qualità dell’assistenza sanitaria è ancora ardente: la lamentela più ricorrente è che i pazienti sono visitati in meno di 15 minuti e ricevono solo farmaci per calmare i sintomi.
“L’ultima volta che sono andato dal dottore mi ha dato tante medicine che, una volta guarito, sono stato male per un mese intero.”
Marx
La prevenzione continua ad essere estranea per la maggior parte degli individui e il concetto di salute è per la maggior parte abbandonato dalla società.
“Perché siamo sempre più ammalati?”
Analizzando la situazione attuale, si può vedere che il passaggio dalla medicina olistica al riduzionismo è stato uno dei motivi principali di questo panorama preoccupante.
Detto ciò, appare dunque prioritario inserire nelle agende mediche l’istruzione e la prevenzione – ora non considerate – come anche recuperare un’ottica medica in cui il paziente è l’asse centrale e il cui scopo è il bio-equilibrio tra corpo, mente e spirito.
“Il dottore del futuro non darà medicine, ma invece motiverà i suoi pazienti ad avere cura del proprio corpo, alla dieta, ed alla causa e prevenzione della malattia.”
Tomas Alva Edison
Medicina Olistica vs. Medicina Occidentale (Sintomatica)?
La parola olistica proviene dal greco “olos“, che significa “tutto“. Questa corrente di pensiero tende a considerare un problema fisico non separato da quello della mente o dell’anima, come accade invece in un approccio medico tradizionale. La medicina olistica è un metodo di guarigione che si prende cura della totalità della persona, ovvero corpo, mente e spirito, attraverso terapie tradizionali e complementari. L’obiettivo della medicina olistica è raggiungere uno stato di salute ottimale, in cui le malattie sono prevenute e curate.
Originariamente la medicina era di carattere olistico: vedeva l’uomo da una visione della totalità, cioè nella relazione indissolubile corpo-mente, con una chiara associazione e dipendenza dal suo ambiente, sia sociale che ecologico. La medicina classica ayurvedica dell’India, come la medicina cinese antica, la medicina occidentale Ippocratica e la medicina tradizionale e spirituale dell’Amazzonia, avevano questo approccio.
Il concetto olistico cambiò intorno al 1700, quando il filosofo francese René Descartes diede origine al riduzionismo, in cui spezzò la visione mente-corpo di Ippocrate e si focalizzò solo sulla struttura. Questa concezione si è evoluta fino all’analisi del genoma, ma senza considerare il genoma di chi o quale persona. Tutto ciò si traduce nell’attuale visione della salute che non tiene conto dell’individuo nella sua interezza e lo considera un macchina.
In altre parole, la medicina olistica, la medicina bioregolatoria, la medicina biologica e la medicina ancestrale hanno perso terreno. Si è persa, per esempio, la prospettiva preventiva tipica della medicina antica che promulgava i principi Ippocratico, come :
“Vivi per non ammalarti”
e
“Lascia che il tuo cibo
sia la tua medicina”
Al contrario, oggi la diagnosi dei sintomi (insonnia, mal di testa, artralgia, ecc.) è privilegiata come atto medico primario. Ciò suppone l’applicazione di un identico “protocollo terapeutico” per tutte le persone, ignorando l’individualità del paziente e il suo stile di vita. L’individuo è diventato una macchina.
Questa visione riduzionista, meccanicistica e analitica ha portato ad un accumulo di conoscenze che è stato molto impressionante per l’evoluzione della scienza, ma ha anche introdotto la medicina sul percorso del cosiddetto “oggetto de-personificato”, in cui il dottore legge una radiografia e analizza un elettrocardiogramma (o i sintomi) senza collegarli all’argomento. In aggiunta, una tale visione basata sull’oggettivazione e sulla perdita di soggettivazione è stata una delle conseguenze più importanti della crisi dialettica in medicina, poiché al momento – nonostante tutto il progresso tecnologico e l’altissima capacità diagnostica – l’umanità è più malata che mai e la medicina convenzionale non sta dando una risposta adeguata.
Ciò significa che, quando la medicina ha lo scopo di diagnosticare la malattia, si allontana dal vero principio fondamentale, che è quello di mantenere il paziente sano e migliorare la sua salute. Se il medico si preoccupasse principalmente di insegnare al paziente l’importanza di una corretta alimentazione, la necessità di esercizio fisico e la priorità dell’equilibrio mentale ed emotivo, senza dimenticare la cura dell’ambiente, si potrebbero prevenire la maggior parte delle malattie degenerative croniche.
In altre parole, mentre il paziente nell’approccio medico olistico è il principale partecipante alla cura; nella pratica medica occidentale è il rimedio (sintomatico) che si occupa di alleviare il sintomo senza prendere in considerazione l’allerta che l’organismo sta mandando che qualcosa non va.
Dunque, invece di domandarsi:
Perché quella medicina non mi migliora?
Perché sono ancora così malata/o?
Perché il medico non mi cura?
La domanda dovrebbe essere:
Qual è il modo di vivere che devo adottare per evitare di ammalarmi?
Non esiste medicina, medico o trattamento più efficace del fatto che il paziente stesso assuma consapevolmente la propria vita; con la consapevolezza e la responsabilità si riacquista il potere magico dell’autoguarigione.
Tu stesso sei la fonte della tua salute; tu stesso hai il magico potere di autoguarirti!
Per questo motivo, uno dei ruoli fondamentali del medico è quello educativo. Il dottore dovrebbe far capire al paziente che l’eliminazione farmacologica dei sintomi in nessun momento rappresenta un fatto curativo e che il miglior trattamento per qualsiasi malattia è senza dubbio quello preventivo.
Di fatto, i farmaci soppressivi sono solo focalizzati sul controllo dei sintomi con un effetto esclusivamente placebo, mascherando la vera natura del problema. Problema che qualche tempo dopo “esplode in faccia” all’individuo con la comparsa di danni strutturali. Questa forma di farmaco il più delle volte è più dannosa che benefica in quanto con la soppressione di una fase escretoria (come la diarrea) o di una fase reattiva (come la febbre) si sta interrompendo il naturale processo di purga del corpo da agenti patogeni dannosi per la salute. Tale processo di purga dunque è indispensabile per la guarigione in quanto riesce a limitare i danni delle malattie.
Al contrario, la terapia olistica mira principalmente a stimolare la capacità di autoregolazione dell’organismo vivente senza sopprimere alcun sintomo.
“L’eroe” nel film è il paziente, che risponde allo stimolo fornito dalla medicina olistica. Mentre nel rimedio chimico, “l’eroe” è il farmaco che impone un’azione sull’organismo mandandolo in tilt/paralizzandolo.
“Se al paziente che stiamo per aprire il suo sterno per realizzare tre ponti coronarici, 20 anni fa gli avremmo parlato di obesità, stress, fumo come fattori di rischio e stile di vita sedentario, è molto probabile che non ci sarebbe quel tavolo operatorio”
Dott. Arturo O’Byrne
I medici di oggi devono dunque assumere le veci di una madre amica nell’aiutare i pazienti a trasmutare tutto ciò che porta alla malattia: fisicamente, emotivamente, mentalmente, energeticamente e spiritualmente.
“La più grande terapia di guarigione è l’amicizia e l’amore”
Hubert H. Humhrey